Amplification Of Movements” (2017) è un piccolo concept album ispirato e, soprattutto, dedicato alla Riserva Naturale del Lago di Vico. L’area naturale protetta nel Lazio settentrionale, ricca di diverse specie vegetali e animali, è stata al centro delle ricerche sonore di Agan, pseudonimo di Giuseppe Carlini, già metà del duo Plaster con Gianclaudio H. Moniri, meglio noto come Kaeba. Realizzato nell’arco di un quadriennio, dal 2012 al 2016, il primo full-lenght dell’artista su Stochastic Resonance è l’espressione di un lavoro che prova a spingersi persino oltre la natura. L’architettura di “Amplification Of Movements” è stata, infatti, elaborata poco alla volta, in scia ad alcuni field recording, senza rinunciare a un approccio creativo, vero punto di ripartenza.

DESCRIZIONE

In principio, i sei brani dell’album integravano a un’app destinata ai visitatori del Lago di Vico, di origine vulcanica, circondato dai monti Cimini. I potenziali parallelismi tra i biotopi del più alto tra i laghi italiani e talune note d’ambiente discendono, dunque, da una successiva elaborazione mentale. Non a caso, ogni traccia è paragonabile a un distinto sentiero che si dispiega nella riserva. Un criptico titolo quale “Amplification Of Movements” riflette, inoltre, una certa struttura ‘a strati’. Il disco si presta così a diversi chiavi di lettura. Da una parte, i molteplici richiami naturali, più o meno omogenei, riflettono la placida atmosfera dell’ecosistema in costante mutamento. Dall’altra, gli stessi percorsi nella riserva si trasformano presto in più profondi percorsi nell’essere.

“Amplification Of Movements” elabora un sistema binario fondato sulla coscienza dell’artista e l’incoscienza dell’ascoltatore. L’elettronica di Agan stimola l’immaginazione, prova a renderlo partecipe di ciò che è accaduto tra le radici degli alberi o sulla superficie di una foglia, allargando lo spettro del suo limitato raggio d’azione. L’invisibile può essere visibile e, addirittura, ascoltabile. La presunta stasi della realtà lacustre promuove ancora una volta l’esplorazione come il più autentico, se non antico, modo per comprendere sia il cambiamento che il proprio io ricondotto in natura, laddove respiri, pulsazioni arteriose, movimenti gastrointestinali sono influenzati, o ‘amplificati’, dalle vibrazioni inerenti al dialogo tra una dimensione macro e una micro.

MUSICA

In una parola, Energy Flows. Scariche elettriche, bordoni minacciosi, pulsioni sotterranee. Un’apertura notevole. Ideale per consentire all’ascoltatore di addentrarsi nella natura re-immaginata in note da Agan. Cristallizzata. Non veicola, però, alcun tipo di sentimento negativo. L’aria è ancora rarefatta quando irrompe, seppur con delicatezza, Dreaming Awake. Nonostante la densità del drone, il sovrapporsi di gocce artificiali favorisce l’irradiarsi della luce tra i cespugli. Un altro brano ai limiti del chiaroscuro sigilla il notevole lato A: Unconscious Connections. Le ombre iniziali non sono ancora alle spalle. Una certa immobilità domina durante i suoi primi minuti. Il risveglio sonoro è graduale. Rumori di fondo, pause metalliche, rari fruscii.

Il cambio di prospettiva è abbastanza immediato. Così come il susseguirsi di emozioni. Ogni residuo battito sembra scomparire in Ritual Shaft. Un’attesa ingannevole, poi colpi su colpi. Di differenti intensità. Una progressione quasi senza tregua. Un’inerzia ritmica alternativa connota al meglio la strisciante Fluid Perceptions. Da una parte, echi field recording, dall’altra rimandi IDM. Anche la conclusiva Flying In A Blue Dream si pone sulla falsariga delle precedenti composizioni dell’accattivante lato B. Una manciata di suoni manipolati è sovrapposta a una struttura flessibile e snella. Gli ultimi fuochi fatui disseminati nella boscaglia. “Amplification Of Movements”, un’opera unica se non inedita dato il retroterra concettuale, termina tra occasionali alti e immancabili bassi.

Fonte Originale: Souterrain Magazine

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