
Movements Is Knowledge
La solitudine può essere una meravigliosa conquista. Uno stimolo a ritrovarsi o, addirittura, a perdersi anche nella natura. Al culmine di un percorso di esperimenti cominciati con Kaeba, nell’ambito del progetto leftfield Plaster, il debutto come solista su Stochastic Resonance con “Amplification Of Movements” (2017). Il nuovo corso artistico di Giuseppe Carlini, in arte Agan, è nato sulle placide sponde del Lago di Vico.
Che cosa significa vivere una dimensione solista?
Ho collaborato per molti anni insieme a Gianclaudio Hashem Moniri nell’ambito del progetto Plaster, quindi, all’inizio non è stato facile affrontare questa nuova ‘realtà’. Mi sentivo disorientato, non riuscivo a capire come riorganizzare il lavoro e da dove ripartire per descrivere una dimensione diversa da quella di Plaster. Poco alla volta, ho iniziato a vivere questa esperienza come un’opportunità, che mi ha permesso di maturare, sia dal punto di vista tecnico e organizzativo, che umano. Ed è così che ho iniziato a intraprendere un nuovo percorso di ricerca personale, strettamente legato alla musica, un qualcosa che non avevo mai compiuto in precedenza.
Com’era iniziato, invece, il tuo rapporto con la musica?
Il mio rapporto con la musica è iniziato all’età di quattordici anni più o meno. Ricordo che in quel periodo ero molto influenzato dalla scena progressive che era nel pieno del suo ciclo e, come tanti adolescenti, il mio sogno era quello di diventare un dj. Così un giorno insieme ad altri due amici decidemmo di iniziare a mettere dischi nelle feste di compleanno in giro per il paese, fino ad arrivare a suonare, qualche anno dopo, in alcuni club della zona. Inizialmente, il nostro livello tecnico era pari a zero, perciò è facile immaginare il caos che si creava durante i passaggi tra una traccia e l’altra. Momenti indimenticabili, soprattutto per le persone presenti. Iniziai, invece, ad avvicinarmi per la prima volta alla produzione musicale solo nei primi anni Zero quando, spinto da una grande voglia di esplorare nuove dimensioni, acquistai il mio primo sintetizzatore.
Il tuo album è ispirato alla Riserva Naturale del Lago di Vico. Un progetto nato, inizialmente, come integrazione sonora per un’app utilizzabile dai turisti.
In realtà, è stata un idea che mi hanno proposto Ynaktera e Scual, i due fondatori del collettivo Stochastic Resonance, ad album già completato. L’idea dell’app è congelata, ma nulla impedisce di utilizzare tale tecnologia per riproporre l’album in futuro.
Quanto sei emotivamente legato al Lago di Vico? Che cosa rappresenta per te?
Sono molto legato al Lago di Vico. Lo scambio di energie che c’è stato durante gli ultimi quattro anni è stato intenso, un esperienza che ha riempito l’anima di luce, forme e colori, che porterò sempre con me. Il Lago di Vico rappresenta un luogo di rinascita, dove è possibile riordinare i pensieri, prendere decisioni importanti e, soprattutto, ritrovarsi.
Quattro gli anni di gestazione di “Amplification Of Movements”. Che cosa ti ha spinto a trasformare frammenti audio in veri e propri brani dalla lunga durata?
Prima di iniziare a lavorare ad “Amplification Of Movements”, il desiderio di realizzare qualcosa che descrivesse, in qualche modo, il mio rapporto con la natura era già molto forte. Nel momento in cui iniziai a entrare in connessione con le energie del lago, tutto è accaduto in maniera naturale. Dai primi field recording, ho provato a elevare il tasso di complessità dell’opera. Il processo di trasformazione è stato abbastanza lungo. Mi sono reso conto che se volevo trasmettere un certo feeling intenso e profondo dovevo imparare a rispettare i miei tempi, senza mai forzare il processo creativo.
I richiami naturali rinviano a un’area verde, dal clima umido e dalla ricca fauna. I titoli delle tracce suggeriscono, invece, sensazioni vissute in prima persona.
Sono dei ‘movimenti interiori’ che ho vissuto. Attraverso i titoli ho voluto raccontare il lungo processo di trasformazione che ha dato vita al nuovo ecosistema, a partire da Energy Flows, nel momento in cui le energie hanno iniziato a fluire verso una nuova direzione, proseguendo con Dreaming Awake, fino ad arrivare a Flying In A Blue Dream. Un racconto che può essere associato anche a un percorso di evoluzione personale se rapportato a ciascun ascoltatore. Ad esempio, una traccia come Energy Flows può essere letta anche come l’inizio di un nuovo obiettivo personale da raggiungere, dove l’energia inizia a scorrere verso un’altra direzione, con un intento ben preciso.
L’invisibile può, dunque, essere ascoltabile?
Sì, attraverso il silenzio interiore tutto è possibile. Può sembrare un controsenso, ma non lo è. Una volta oltrepassata la razionalità propria della mente di ognuno di noi è possibile raggiungere uno o più stati di consapevolezza intensa, che ci permettono di visualizzare l’energia nella sua forma più pura. Grazie a questo atto magico si può entrare facilmente nella dimensione del sogno consapevole, che ci permette di trasformare in immagini, suoni o forme tutto ciò che percepiamo.
La musica che hai realizzato ha, dunque, più valore soggettivo?
Ha un valore soggettivo. “Amplification Of Movements” può assumere ogni volta diverse chiavi di lettura a seconda dello stato d’animo dell’ascoltatore.
L’idea di “Amplification Of Movements” è nata in loco, ma sviluppata in studio. In che modo sei riuscito a interiorizzare il mood del Lago di Vico per riprodurlo poi in note?
Per interiorizzare il mood del lago, mi sono affidato al sogno e all’immaginazione. Riguardo la parte pratica, ho cercato di seguire un processo di trasformazione che mi permettesse di alternare il lavoro in studio a quello sul campo, in modo tale di avere il tempo necessario per maturare il giusto distacco dai suoni ma, contemporaneamente, per potermi ricaricare con l’energia del Lago di Vico, fondamentale per il lavoro con cui ero alle prese. Il mio intento, sin dall’inizio, è stato sempre quello di creare un insieme di suoni che contenessero un immagine o un movimento ben definito.
Che valore hanno avuto i vari field recording?
I field recording sono stati fondamentali nella fase iniziale. Mi hanno permesso di capire quale fosse la direzione giusta da prendere per la realizzazione dell’album.
Dall’ascolto del tuo album, emergono emozioni associabili a differenti suoni digitali. Tra ambient, drone, IDM, il tuo approccio rivela una certa voglia di variare.
Mi è sempre piaciuto variare e, in questo caso, non ho avendo paletti di alcun tipo, mi sono divertito parecchio, cercando di personalizzare il più possibile il suono.
Com’è andata con l’etichetta Stochastic Resonance? Sei stato tu a farti avanti?
Sono stato io a farmi avanti per primo. Un giorno, parlando con il mio amico Fabio Perletta, fondatore di Farmacia901, gli chiesi se fosse a conoscenza di qualche realtà interessante in Italia e lui mi suggerì di visionare i lavori della Stochastic Resonance. Incuriosito, cercai e ascoltai un po’ di materiali: rimasi davvero colpito dalla qualità sonora delle varie release e, soprattutto, dal fatto che Stochastic Resonance fosse un collettivo e non la classica etichetta, così decisi di mettermi in contatto con loro.
Lo sfondo giallo della copertina esalta la profondità nera di un cratere oggi colmo d’acqua. Una scelta grafica rapportata a sei tracce di una certa ‘profondità’.
La grafica è frutto di un dialogo continuo tra me e Scual: dalla rappresentazione più fedele e realistica del lago abbiamo sottratto colori, elementi e dettagli per trasmettere ‘profondità’ e, quindi, sottolineare il modo in cui un album come “Amplification Of Movements” consenta di entrare in contatto con la parte più intima di se stessi.
Quali sono, invece, i tuoi progetti futuri?
Non ho nulla in programma. Mi sto dedicando molto allo studio di diversi strumenti musicali come il didgeridoo e le campane tibetane. Magari li utilizzerò in futuro.
Fonte Originale: Souterraine Magazine