
Campane in viaggio nasce nel 2018 dall’idea di Giuseppe Carlini, ricercatore di vibrazioni e risonanze.
“Un giorno mentre sognavo ad occhi aperti, ho immaginato di prendere il mio zaino, riempirlo di suoni e vibrazioni e portarle con me, in giro per i meravigliosi luoghi della Tuscia Viterbese, con l’intento di far connettere le persone al luogo visitato attraverso il suono e le vibrazioni Ancestrali.
Gli strumenti che porto con me ad ogni esperienza, sono il didgeridoo e le Campane Tibetane
Strumenti che custodiscono antiche memorie e racconti che appartengono ad altre dimensioni o ad altri tempi e hanno il potere di trasportare le persone in uno stato di benessere profondo, riportando ad una sana vibrazione tutte le cellule e i liquidi del nostro corpo. Il tutto, associato all’energia degli antichi siti archeologici e alla vasta natura dalla quale sono circondati, si crea un esperienza unica e profonda che accarezza l’anima in ogni sua parte.”

Il massaggio Sonoro individuale
Nel massaggio individuale diverse campane vengono adagiate sul corpo, comodamente disteso e vestito, della persona e quindi fatte suonare. I suoni e le vibrazioni fluiscono dolcemente nel corpo e portano ad uno stato di profondo rilassamento. Già dopo poche sedute ci si sente più rilassati anche nella vita quotidiana, aumenta la calma interiore e la concetrazione. Inoltre si genera la base per lo sviluppo di forze autodifensive.
Il Massaggio Sonoro è indicato per:
Migliorare la percezione del proprio corpo – Abbassare i livelli di stress
– Creare profondi stati meditativi
Benefici
– Consente di eliminare progressivamente stati ansiosi e di angoscia
– Migliorare la respirazione e la concetrazione
– Combattere i più comuni disturbi del sonno – Equilibrare i centri energetici (Chakra)
– Rilassare ed equilibrare la carica psicofisica –
Miglioramento della circolazione sanguinia – Sollievo dal dolore
– Rinforzo del sistema immunitario


DIDGERIDOO
Il Didgeridoo è uno strumento musicale originario dei territori del Nord dell’Australia, ed è lo strumento sacro degli aborigeni australiani . Si pensa abbia circa 2.000 anni, visto che esistono dei graffiti di tale età che lo raffigurano, ma potrebbe essere anche più antico. I didgeridoo tradizionali sono in eucalipto decorati con motivi totemici aborigeni, anche se oggi si trovamo strumenti di diversi materiali: dal teak alla plastica e dal metallo alla ceramica.
Il nome “didgeridoo” è un’interpretazione onomatopeica data dai colonizzatori inglesi che, sbarcati sul nuovo continente, sentirono il suono ritmato “did-ge-ridoo” provenire da dei rami di eucalipto cavi suonati dagli aborigeni. Lo strumento è originario dell’Arnhem Land e viene chiamato in almeno cinquanta modi diversi a seconda del luogo e delle etnie: da djalupu, djubini, ganbag, gamalag, maluk, a yidaki, yirago, yiraki, yigi yigi. Continua a leggere
Fonte del testo: www.didgeridoo.it scritto da Ilario Vannucchi